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Martedì, 16 Aprile 2024
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Eur: rinviata la sentenza sull’implosione dell’ex Velodromo olimpico

Si avvia a conclusione l'iter processuale legato all'implosione dell'ex Velodromo olimpico. Osservatorio Nazionale Amianto: "Esplosione incauta che ha esposto all'amianto 10mila cittadini. Si poteva evitare"

Sono passati otto anni dall’implosione dell’ex Velodromo olimpico e tre dall’avvio del processo per disastro colposo, in cui l’Osservatorio Nazionale Amianto si è costituito parte civile. Nella giornata di martedì 27 era anche previsto il pronunciamento del giudice della Sesta Sezione del Tribunale di Roma. Tutto rimandato al 25 ottobre, per la disccussione del responsabile civile.

I NECESSARI CONTROLLI - Secondo la tesi accusatoria, ricorda l'Osservatorio Nazionale di Amianto,  l'allora  direttore dei lavori di Eur Spa avrebbe “omesso di esercitare i dovuti controlli perché la nube sprigionatasi dalla demolizione, contenente polveri di amianto, si spandesse nell'area abitata circostante”.  Sempre la ONA sottolinea inoltre che “a causa dell’esplosione, circa 10mila cittadini romani sarebbero stati esposti alle fibre di amianto”. Una cifra spaventosa.

LA RICOSTRUZIONE - “Ricordo l’episodio, perché ne rimasi colpito. Come Presidente di Municipio mi ero  infatti insediato da appena un mese, perché Alemanno venne eletto a giugno e l’implosione avvenne il 24 luglio. La decisione  fu però assunta dalla prefettura e non  fu certamente un'iniziativa della politica, che non era stata investita da questo impegno – commenta Pasquale Calzetta, già Presidente dell’attuale Municipio IX – Non ho mai avuto modo di parlare di questo tema con l’allora prefetto, ma quello che ci dissero era che che le cariche esplosive, sistemate da Eur Spa, non potevano restare a lungo innescate, per ovvie ragioni di sicurezza”.

IL TIMORE - “L'esplosione incauta del velodromo – precisa l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA – ha determinato l'esposizione ad amianto di circa 10mila cittadini romani, che si sarebbe potuta e dovuta evitare, poiché per i prossimi venti, trenta e quarant'anni, c'è il rischio di insorgenza delle classiche patologie asbesto correlate, tra le quali il tumore polmonare e il mesotelioma”. Per queste ragioni l’Osservatorio, per primo, ha presentato l’esposto in Procura. E da anni resta in attesa di conoscere l’esito dell’iter giudiziario.
 

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