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Martedì, 16 Aprile 2024
Altre Tor de' Cenci / Via Pontina Vecchia

Bretella Tor de’ Cenci: all’Osteria Malpasso tradizione e modernità “servite su un piatto”

Dalla cucina romana all'autostrada Roma Latina. All'Osteria Malpasso si presenta il libro Magna Roma e si discute del complicato rapporto tra tradizione e modernità

In via Pontina Vecchia, a pochi metri dall’ingresso della Tenuta del Presidente, c’è un’antica locanda che sta conoscendo una nuova giovinezza. Si tratta della secolare Osteria Malpasso, luogo di ritrovo per generazioni di poeti ed artisti,  che ha deciso di tornare a puntare sulla cultura. In maniera originale ed accattivante: parlando di cucina e di tradizione. In una parola di romanità.

ROMANITA' ED ETERNITA' - “Io dico che dobbiamo partire col definire il concetto di eternità e di tradizione” premette Ilaria Beltramme, autrice del libro Magna Roma, venerdì 5 presentato al Malpasso. “Se Roma è una città eterna lo è anche perché ha saputo contaminare le proprie tradizioni. Più si modificano e più si mantengono, dal momento che la romanità non è un feticcio, ma qualcosa di profondamente modificabile”. Il concetto, sulle prime sembra di difficile interpretazione. Ma a ben vedere, di questo intreccio, è tessuta la trama che tiene insieme la nostra Capitale. “I ruderi della città antica, sono stati trasformati in calce e da lì ha preso vita la Roma Barocca –ci fa riflettere la scrittrice – noi oggi possiamo dire che questo abbia costituito un danno? Le tradizioni si mantengono, quando sono a contatto con i romani che cambiano”.

UN CROCEVIA DELLA STORIA - Un discorso che calza a pennello con la storia dell’Osteria Malpasso. Crocevia di artisti e scrittori,  la locanda è mutata nel corso della sua lunga esperienza. Ma è rimasta un polo d’attrazione per la cultura. “Negli anni 60 era meta dei registi che lavoravano agli studi De Laurentiis, come Fellini o Rossellini. Ma ancor prima, all’inizio degli anni 30, era frequentata da poeti e pittori che hanno fatto la storia della città. Tempo fa siamo stati contattati dal Museo di Trastevere, che aveva rinvenuto una foto di Trilussa davanti alla nostra Osteria” ci spiega Emilia Raponi, la cui  famiglia gestisce la locanda dal 1910.

LA DEVASTAZIONE ALLE PORTE - Un secolo e tre diversi cuochi, “dalla prozia di mio padre a mia madre”, hanno comportato dei cambiamenti. Emilia infatti non si occupa di ristorazione, ma essendo un’insegnante “il mio apporto è declinabile sul piano culturale. Noi vogliamo mettere a disposizione del territorio questo luogo, che rischia di essere devastato dalla costruzione delle autostrade”. Già perché, proprio dall’Osteria parte la bretella che congiungerà l’autostrada Roma Latina con l’A12.

LA MODERNITA' E L'INVASIONE - “L’autostrada e quel Casale, mi fanno venire in mente un’immagine pasoliniana, del cemento che fagocita la storia” riflette la consigliera  di SEL Sonia Cardillo, che ha promosso l’iniziativa peraltro patrocinata dal Municipio IX. “Il nostro compito, deve essere quello di mettere a rete le istanze che vengono dal territorio – conclude Cardillo – noi avevamo un bel libro che volevamo far conoscere, poiché parla di  tradizioni romane, ed una bella osteria, ricca di storia e romanità. Il matrimonio era servito su un piatto” scherza Cardillo, che si dice “seriamente preoccupata per l’impatto di questa modernità”. Dopotutto, se è vero che la romanità è il frutto della trasformazione, un limite dovrà pur esservi. “Sai come nasce la 'società dei magnaccioni? - ci chiede Ilaria Beltramme che affronta l'argomento nel libro - fu il modo di resistere dei romani  all'invasione dei Savoia, arrivati dal Piemonte per imporre la propria cultura”. La modernità, quando è imposta, viene dunque vissuta come un'invasione. La società dei magnaccioni, a questo punto, presenta qualche assonanza con la storia della bretella e degli abitanti di Tor de' Cenci.

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