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Nuove stazioni ferroviarie: la scelta è tra Statuario e Divino Amore

Il Comune sembra interessato a realizzare una fermata a ridosso del parco degli Acquedotti. Il centrodestra la vuole invece far aprire al Divino Amore

La fermata ferroviaria del Divino Amore resta una priorità. Parola del centrodestra che, a vari livelli istituzionali, sembra motivato a dar battaglia. Anche perchè il progetto, fermo da anni nei cassetti, rischia adesso di saltare.

La storia della fermata

La vecchia stazione del Divino Amore è stata chiusa nel lontano 1964. Per decenni i residenti del quadrante, situato nella periferia della Capitale, hanno fatto a meno di quell'infrastruttura. L'esigenza però non era del tutto venuta meno ed anzi con l'espansione urbanistica dell'area, ha cominciato a diventere stringente. Così l'ente di prossimità, nel lontano 2004, ha per la prima volta ripreso la questione, chiedendo al Comune di usare gli oneri del PRINT di Santa Palomba per realizzare questa fermata. Nove anni più tardi la richiesta è finita sul tavolo dell'allora presidente Polverini e dal 2013 risulta essere uno degli obiettivi previsti nel Piano Regionale della Mobilità del Lazio. Se n'è tornato a parlare anche nel 2018, in occasione dell'accordo quadro siglato tra la Regione Lazio e RFI.

Cinque Stelle e Divino Amore

"Da sempre il centro destra è portavoce di questa esigenza di mobilità proveniente dal territorio" hanno fatto notare il capogruppo di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo e Massimiliano De Juliis, vicepresidente del consiglio nel Municipio IX. Tuttavia in assemblea capitolina ed in commissione mobilità la proposta di aprire una fermata al Divino Amore fatica ad essere calendarizzata. Non si tratterebbe di realizzarla nella vecchia sede. Ma soli 500 metri di distanza, in un'area già di proprità di Ferrovie dello Stato.

Il centrodestra compatto

La questione, oltre che a livello capitolino, è stata posta anche a livello regionale, da tutti i capigruppo di centrodestra. Stefano Parisi (energie per l'Italia), Antonello Aurigemma (Fi) Angelo Tripodi (Lega) e Fabrizio Ghera (FdI) e Massimiliano Maselli (Noi con l'Italia) "La riapertura della fermata ferroviaria del 'Divino Amore' rappresenterebbe un traguardo importante per migliorare la mobilità romana e del quadrante sud della città. Oggi invece, per quanto è dato conoscere, il comune di Roma sembra voler promuovere la realizzazione della fermata 'Statuario', in evidente contrasto con la volontà espressa da Rfi e Regione nell'Accordo quadro e legata ad altre soluzioni non previste dallo stesso accordo – spiegano i cinque capigruppo regionali del centrodestra –  Per questi motivi abbiamo presentato un' interrogazione al presidente Zingaretti, chiedendo di fare finalmente chiarezza su questa vicenda dando così la possibilità a Rfi di investire le somme già stanziate per la stazione del 'Divino Amore' e realizzare un'opera attesa da lungo tempo".

L'Accordo di programma

Nell'Accordo quadro siglato tra Regione Lazio e Rfi nel febbraio del 2018, si fa espressamente riferimento ad entrambe le fermate. Si tratta comunque di operare una scelta. Lo strumento, fissato un congruo finanziamento,  serve proprio per stabilire un programma d'interventi per i prossimi cinque anni. "Per quanto riguarda i servizi FL7 (Roma –Formia –Napoli) - si legge nell'Accordo Quadro -  è stata prevista la possibile realizzazione di una nuova fermata tra Paglian Casale, Divino Amore e Statuario, fermo restando la necessità di dover mantenere garantito il cadenzamento e la stabilità dei servizi veloci". La scelta del centrodestra sembra chiara. La fermata andrebbe realizzata non distantante dal Santuario Mariano, in località Falcognana.

Il treno della Storia: la scelta di Statuario

La scelta di Statuario per un'eventuale fermata ferroviaria, non è nuova. I residenti del quartiere, durante l'amministrazione d'Ignazio Marino, avevano infatti lanciato la suggestiva proposta di un "treno della storia". Doveva essere situato a poca distanza dal Parco degli Acquedotti, splendido scenario della Grande Bellezza. E avrebbe rappresentato, nelle intenzioni degli estensori, un volano per la mobilità sostenibile e per l'avvio di alcune buone pratiche legate al territorio. Il progetto, presentato all'allora presidente municipale ed alla commissione mobilità del Campidoglio, era stato descritto anche all'allora assessore Caudo. Il successivo commissariamento di Roma Capitale aveva però fatto calare il sipario, almeno momentaneamente, sul progetto.

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