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Altre Tor di Valle / Via Ostiense

Nuovo Stadio della Roma: “Il calcio non c’entra niente”

L'idea di destinare all'area di Tor di Valle un miliardo di investimenti, incontra già delle resistenze. "Lo stadio è solo uno specchietto per le allodole. L'obiettivo è trasformare in area edificabile una zona di verde protetto"

Non ci sono soltanto i residenti di Decima e Torrino ad aver evidenziato, e per tempo, forti perplessità in merito all’edificazione del Nuovo Stadio della Roma. Al contrario, sembra siano davvero in ottima compagnia. L’ipotesi d’investire nell’area di Tor di Valle circa un un miliardo di euro, tra opere di urbanizzazione (270 mln) stadio  (341 mln) e uffici (400 mln) sembra incontrare resistenze.

BASTA CEMENTO - In primo luogo Legambiente. “Ci troviamo di fronte a 960mila metri cubi di nuove previsioni che nulla hanno a che fare con lo stadio e che rappresentano una operazione immobiliare colossale per una città come Roma” ha commentato il Vicepresidente nazionale dell’associazione Edoardo Zanchini. In aggiunta, Legambiente sottolinea la “sparizione del prolungamento della metro B fino a Muratella”.  Date queste premesse, la richiesta al Comune è quella di garantire l’interesse pubblico, modificando il progetto con il ripristino del prolungamento della Metro B e attraverso una variante del PRG che stralci previsioni di pari dimensione, per evitare un’ulteriore cementificazione del territorio romano”.

LO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE - L’operazione non piace neanche a Rifondazione Comunista. “Dietro lo stadio, ci sono gli interessi dei soliti costruttori e speculatori, che vogliono arricchirsi ancora di più a spese dei romani. Lo stadio è solo uno specchietto per le allodole  - valuta Maurizio Messina, segretario del circolo PRC di Spinaceto -  serva a far passare una clamorosa variante al piano regolatore trasformando in area edificabile una zona di verde protetto”. In più, secondo il segretario del circolo locale di Rifondazione – si versano sull'Ostiense tonnellate di asfalto e cemento: palazzi, uffici, alberghi, un centro commerciale, parcheggi.   Il calcio non c’entra niente”. La compagine “anti-stadio” va dunque acquisendo ulteriori protagonisti.  Ma altri potrebbero seguire, perché  Rifondazione ha lanciato una vera e propria campagna di mobilitazione.“Se il Comune e il Municipio non fermeranno questo scempio – ha concluso la nota Maurizio Messina – ci penseranno gli abitanti del quartiere, com’è stato per la discarica al Divino Amore. Organizziamoci in Comitati a difesa del territorio”.

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