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"Salviamo i boschi di Roma": Comune e Regione spalle al muro in tre mosse

La salvaguardia del verde è possibile in sole tre mosse

Il protocollo d'intesa firmato dal Comune di Roma con quello di Fiumicino, con l'Arma dei Carabinieri ed il Ministero dell'Ambiente, rappresenta una buona notizia. E' un passo in avanti per la salvaguardia del patrimonio forestale, in particolare per quello della Riserva Naturale del Litorale Romano. Ma ci sono soltanto gli incendi estivi a minacciare le aree boschive della Capitale. Il taglio degli alberi nelle riserve naturali e la costruzione d'impattanti infrastrutture rappresentano infatti seri pericoli per il patrimonio forestale. Ne sanno qualcosa nel quadrante meridionale della Capitale. Nel Municipio IX è infatti previsto il passaggio dell'autostrada Roma-Latina e della bretella Tor de' Cenci – A12. Due "grandi opere infrastrutturali" che  andrebbero a gravare su diverse aree verdi, incluse quelle che rientrano nella riserva di Decima Malafede. 

I tagli e le cicatrici

Decima Malafede, tra le nove riserve istituite nel 1997, è quella che presenta una maggiore estensione. Seimilacentoquarantacinque ettari di agro romano e foreste gestiti dall'Ente RomaNatura. Una superficie enorme, ormai priva di tutele, finita spesso sotto attacco. Non solo per il progetto di realizzarvi la contestata autostrada, ma anche per le frequenti minacce al suo patrimonio arboricolo, dalla secolare foresta di Capocotta al recente taglio di 21 ettari di bosco a Castel Romano. Sul terreno restano i segni profondi di questi ed altri interventi che sono le conseguenze di precise scelte politiche, fortunatamente non irrimediabili. A condizione che le istituzioni preposte siano interessate ad invertire la rotta. A loro si rivolge l'associazione Gruppo d’Intervento Giuridico onlus con un'apposita petizione.

L'interesse del pubblico

"Nel territorio di Roma Capitale esistono ancora lembi di bosco scampati all’espansione dell’Urbe e alla speculazione immobiliare che negli ultimi decenni ha cambiato radicalmente forma allo storico Ager romanus" ricorda Stefano Deliperi presidente della Onlus Ecologista. Per mantenere integre queste foreste, occorre però una seria presa di posizione da parte delle autorità competenti.  "Sarebbe ora che i secolari interessi privati, lasciassero definitivamente il passo nell’Agro Romano all’interesse pubblico della salvaguardia del patrimonio naturalistico" sottolinea Deliperi. 

Togliere le ragnatele dai Piani di Assetto

Per invertire la rotta, come altre volte ricordato, occorre che la Regione, il Comune e l'ente Roma Natura si assumano alcune responsabilità, espressamente richiamate nella petizione lanciata dal Gruppo d'Intervento Giuridico. E' necessario innanzitutto che l'Ente governato da Zingaretti approvi i Piani di Assetto che da anni giacciono nei cassetti. E' il caso di quello che dovrebbe tutelare la Riserva di Decima Malafade. Nel corso degli anni le misure di salvaguardia sono decadute e ciò ha portato alla trasformazione del territorio "mediante piani ambientali di miglioramento agricolo (PAMA) comprendenti impianti di compostaggio, centro di vendita ortofrutticola e nuove volumetrie". Per non parlare del rischio di abbattimento di boschi come quello di Capocotta a di Castel Romano. Tra l'altro, in mancanza di un Piano d'Assetto, continua ad affacciarsi lo spettro dell'autostrada Roma Latina e della bretella Tor De' Cenci-A12. Infrastrutture che andrebbero a gravare su diverse aree verdi, incluse quelle che rientrano nella riserva di Decima Malafede. 

Serve una variante del Piano Regolatore Generale

Anche il Comune potrebbe fare la sua parte. Posto che gli appelli rivolti a Propaganda Fide rinunciare ai recenti tagli boschivi in zona Castel Romano  si sono mostrati "del tutto inutili", occorre intraprendere scelte più coraggiose. Roma Capitale  "potrebbe fare la sua parte  - spiega l'associazione ecologista che ha promosso la petizione - con una variante del piano regolatore generale (P.R.G.) che classifichi “zone di salvaguardia – H” tutte le residue aree boschive con divieto di nuovi tagli. Nelle more, potrebbero destinare qualche decina di migliaia di euro per acquisire i relativi diritti di taglio". 

Tre mosse per salvare il patrimonio forestale

Per salvare i boschi dell'Agro Romano, basterebbero quindi tre mosse. La prima deve compierla la Regione, approvando i Piani di Assetto che stanno facendo le ragnatele. La seconda prevede invece che l'amministrazione capitolina approvi una variante al Piano Regolatore. Niente di trascendentale, visto che lo si sta già facendo per il progetto legato allo Stadio della Roma. Se c'è la volontà politica quindi, si può fare. La terza mossa la deve mettere in cantiere RomaNatura.  Nella petizione all'Ente presieduto da Maurizio Gubbiotti  si chiede" l’emanazione di un atto di indirizzo agli Uffici dell’Ente" col fine di "sospendere le autorizzazioni per tagli boschivi": Almeno fino all'approvazione definitiva dei Piani di Assetto. Si tratta, per tutte le istituzioni richiamate nella raccolta firme, d 'invertire una tendenza piuttosto evidente. Al di là della partigianeria politica, è questa la strada da percorrere per salvare il patrimonio forestale romano.

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