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Roma è lercia? Nel Municipio IX è colpa del "porta a porta"

A Spinaceto ed al Laurentino Fonte Ostiense i cassonetti non vengono svuotati. Un problema di personale, di impianti ma anche di porta a porta

Strade invase dai rifiuti. Sono tante le segnalazioni che, negli ultimi giorni, arrivano dai vari quadranti cittadini. Ci sono però dei quartieri che sembrano aver sofferto di più il ponte del 29 giugno. Lì i cassonetti debordanti ed i sacchetti accumulatisi a terra sono tanti da far esplodere la protesta. Quest'ultima spesso viene sfogata sui social network. In altri casi supera lo schermo della realtà virtuale e si fa concreta. Com' è successo con la rivolta scoppiata il 4 luglio al Laurentino. D'altra parte in quel quartiere, come testimoniato dai residenti "non si vedeva l'Ama dal 28 giugno".

I quartieri con i cassonetti stradali

La rivolta inscenata al Laurentino, con i cassonetti rovesciati ed i sacchetti gettati in strada, evidenzia in tutta la sua drammaticità il problema nella gestione dei rifiuti nella zona. Ma per restare nel territorio del Municipio IX, anche a Spinaceto la situazione non sembra molto diversa. "Mica male Spinaceto" recitava Nanni Moretti a bordo della sua vespa in "Caro Diario". Chissà se oggi, con i cassonetti debordanti ed i rifiuti non raccolti, direbbe la stessa cosa. I due quartieri, Laurentino e Spinaceto, sono gli unici nel Municipio IX a non essere serviti dal servizio di porta a porta.

I rifiuti arrivano dai quartieri del porta a porta

"Abbiamo un sistema di gestione dei rifiuti ancora molto fragile – spiega un operatore Ama che preferisce mantenere l'anonimato – il ponte del 29 giugno ha reso ancor più evidente un problema strutturale dettato dalle sofferenza impiantistiche e dalla note carenze di personale". Ma c'è dell'altro. "Spinaceto ed il Laurentino sono due quartieri in cui vengono conferiti più rifiuti di quelli che è lecito attendersi. Motivo? Dai quartieri che fanno il porta a porta si assiste ad una migrazione di rifiuti verso quelli dove permangono i cassonetti stradali". Nel caso del Municipio IX, dove il porta a porta è stato implementato dal 2013, la raccolta differenziata stradale è rimasta solo nei due quartieri citati. "Spinaceto subisce la migrazione di rifiuti anche dai comuni limitrofi: venendo verso Roma infatti, il quartiere è l'unico ad avere ancora i cassonetti stradali. E lì purtroppo vengono abbandonati i sacchetti di chi non vuole fare il porta a porta". Le conseguenze di tutti questi fattori, dalla carenza del personale a quella dell'impianti, fino alla migrazione dei rifiuti, sono sotto gli occhi di tutti.

Il problema degli impianti

Roma dunque torna ad essere lercia. Per ragioni che sono legate alla mancata raccolta ma anche alle capacità di stoccaggio degli impianti esistenti. E così mentre l'assessore regionale ai rifiuti invoca "una discarica di servizio per la capitale", il Campidoglio sembra orientarsi verso altre soluzioni. Si preferisce infatti puntare sugli impianti di compostaggio. " Roma Capitale non accetterà mai una discarica di servizio – ha precisato l'assessora comunale Pinuccia Montanari -  ma siamo intenzionati a proporre anche in tempi brevi delle soluzioni impiantistiche anche tecnologicamente avanzate, proprio per trattare l'indifferenziato". La porta quindi non è del tutto chiusa. Ma certamente la soluzione non sarà immediata.

Nel frattempo la Capitale non si sta avvicinando al traguardo dei rifiuti zero. La quota di raccolta differenziata è pressocchè ferma alle rilevazioni dell 2016. E per quanto riguarda il porta a porta, ci sono criticità che non vanno sottovalutate.

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