rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Eur Laurentina / Via della Cecchignola

Piano di Zona Cecchignola, archeologi contro i nuovi appartamenti: pronto l'esposto alla Procura

L'Associazione Nazionale Archeologi denuncia "troppe anomalie"

Alle porte di Roma, a meno di un chilometro dal dazio doganale di Vigna Murata, sono in arrivo nuovi quartieri. Un milione di metri cubi di cemento. Un dato numerico impressionante, di per sè sufficiente per descrivere l'intervento urbanistico previsto a Cecchignola. Nel quadrante, dove sopravvive il verde dell'agro romano, arriveranno così tanti palazzoni. Realizzati sopra un antico insediamento romano. E' lì infatti che è stato rinvenuto e poi nuovamente interrato  il basolato dell'antica via Ardeatina. E non solo. I reperti portati alla luce sono tali che, oltre ai comitati di zona, ha deciso di scendere in campo anche l'Associazione Nazionale Archeologi, presentando un esposto alla Procura della Repubblica. 

Un importante sito archeologico

Gli archeologi, e con loro il coordinamento Agro Romano Bene Comune, lamentano la mancanza di risposte da parte di Roma Capitale. Nel farlo, chiedono misure efficaci per tutelare i reperti individuati e per valorizzare il contesto paesaggistico nel quale si inseriscono. “Si tratta di un’area molto importante dal punto di vista archeologico – dichiara Salvo Barrano, Presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi –  in cui è stato messo in luce un lungo tratto della Via Ardeatina antica, già parzialmente esposta in sondaggi eseguiti negli anni ‘80". Oltre alla consolare, è emerso un complesso architettonico, caratterizzato sia da sepolture che "da un rilevante sistema di ambienti, strutture e canali". Secondo le ipotesi degli studiosi, quello servito dall'Antica Ardeatina era infatti un sito produttivo, "dotato di infrastrutture idrauliche e cisterne, di cui una di notevoli dimensioni".

Indagini ed accertamenti tardivi

Il rinvenimento di questi reperti, è avvenuto in maniera del tutto peculiare.  Infatti, come fa notare l'Associazione Nazionale Archeologi  "le indagini e gli accertamenti che avrebbero dovuto farsi in fase di pianificazione e progettazione preliminare" sono  stati " tardivamente richiesti ed eseguiti solo a lavori avviati". Peraltro, a seguito dei rinvenimenti avvenuti nel luglio del 2016, a Roma Capitale è stato richiesto un aggiornamento progettuale che prevedeva di variare la posizione dei "corpi edilizi" di prossima costruzione. L'istanza però è caduta nel vuoto.

La denuncia in Procura

Ora, per l'associazione "il rischio è che la costruzione di palazzoni, unita a provvedimenti e indagini a singhiozzo, abbiano compromesso definitivamente la bellezza dell’intero contesto paesaggistico e impedito una possibile valorizzazione dei ritrovamenti archeologici. Quel piano di zona – ha aggiunto  il presidente dell'ANA Lazio– è stato approvato senza prima eseguire adeguate indagini preventive e senza tener conto della compatibilità anche da un punto di vista paesaggistico”.  Le "troppe  anomalie riscontrate"  in una vicenda caratterizzata da "uno sviluppo urbanistico aggressivo e disordinato"  hanno quindi portato comitati ad ANA a chiedersi il motivo del comportamento "troppo timido da parte degli organi di tutela". Alla Procura della Repubblica ora il compito di valutare se, dietro a questa "timidezza", si possano ravvedere anche dei profili di responsabilità penale. Certo è che, quanto segnalavano i cittadini, ha ora ricevuto una conferma. L'area interessata dagli scavi era un importante sito archeologico.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Piano di Zona Cecchignola, archeologi contro i nuovi appartamenti: pronto l'esposto alla Procura

RomaToday è in caricamento