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Dalla Spagna con furore: al Laurentino c’è un nuovo campione di Karate

La Consulta della Disabilità ha premiato un atleta con autismo, che ha ben figurato in un contest internazionale di karate, svoltosi a San Sebastian. Un buon viatico per lo sviluppo della disciplina nel territorio

Nella arti marziali il Municipio IX continua ad essere una fucina di campioni , anche di portata internazionale. Dopo i prodigiosi risultati registrati nel corso degli anni da molti atleti, soprattutto nel campo della savate, si registrano grandi passi in avanti anche nel settore riservato alle persone con disabilità.

DALLA SPAGNA AL LAURENTINO - Martedì 23 dicembre è stato infatti premiato un karateka che viene dal territorio. Si tratta di “Federico Antonucci, che ha partecipato a campionati regionali, nazionali ed internazionali – ci spiega la Vicepresidente della Consulta della disabilità  –  la cui ultima conquista è stata quella di essersi classificato primo nei Kata a San Sebastian, dove ha gareggiato con la società di Karate presso cui si allena, la WKS Italia”.

I CORSI NELLE SCUOLE - Federico, giovane atleta con autismo, rappresenta la punta di diamante di un mondo poco conosciuto, ma molto radicato nel territorio: quello dello sport agonistico praticato dalla perone con disabilità. “Il maestro Marco De Astis, grazie alla collaborazione con la Consulta, è riuscito ad attivare dei corsi di HandiKarate nelle scuole, in particolare alla Nistri di Spinaceto. E bisogna riconoscere – sottolinea Rosaria Uccello Vicepresidente della Consulta– che hanno un buon seguito, in termini di partecipazione”.

L'ASSENZA DELLE ISTITUZIONI - In una bella pagina, vissuta all’insegna dello sport e dell’integrazione, la Consulta ha voluto sottolineare una nota stonata. “Alla cerimonia, oltre ai famigliari ed ai consiglieri della Consulta, non hanno partecipato rappresentanti istituzionali del Municipio IX. La sensazione – sottolinea la Vicepresidente della Consulta – è che al di là delle dichiarazioni di principio, non si creda poi troppo in queste esperienza di integrazione che, se supportate a dovere, potrebbero cambiare la cultura della diversità. E questo - ha concluso la signora Uccello - un po’ ci dispiace”.

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