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Fonte Laurentina: “C’era una volta l'Agro Romano…”

Viaggio tra i Casali dell'Agro e di Fonte Laurentina, raccontato da chi ha raccolto l'eredità dei primi mezzadri. Spariti i coloni, sono venuti meno anche gli spazi aggregativi di cui il quartiere ancor oggi necessita

C’era una volta. Potremmo iniziare così. C’era una volta uno speciale paesaggio, di cui milioni di romani hanno goduto. C’erano una volta tanti casali, spruzzi di colore su colline coltivate. C’era una volta l’Agro Romano, fino a pochi anni fa godibile dal GRA. E c’erano una volta anche degli spazi d’aggregazione.

I CASALI NASCOSTI - Poi l’urbanizzazione ha avuto la meglio. Sono nati i quartieri di Fonte Laurentina e Tor Pagnotta 2. E’ venuta meno una quota significativa della campagna romana. Ma soprattutto sono cominciati a mancare dei casali. Inghiottiti dal cemento,  sono spariti solo alla vista del distratto viaggiatore. Quei casali infatti  sono ancora lì. E c’è chi sta dedicando la propria esistenza a raccontarli ai nuovi arrivati. Maurizio Romano è il residente che ha assunto questo ruolo. Ovviamente non è l’unico che svolge, in seno alla comunità. E’ anche attivissimo nel trovare iniziative aggregative per i giovani del quartiere. E soprattutto spazi dove poterli fare stare insieme. Ne ha individuato uno, “si trova in una piazzetta”, e lì racconta loro la storia del quadrante. E quella della sua famiglia, che abitava nella zona molti anni prima della nascita di Fonte Laurentina.

SOTTO I BOMBARDAMENTI - “Qui c’era  la tenuta di Tor Pagnotta  ed apparteneva tutto al Principe Torlonia – ci spiega mostrandoci fotografie ingiallite dal tempo –  Le sue terre erano bonificate dai mezzadri, quasi tutti venuti dalle Marche. Tra questi, il mio bisnonno Clemente. A lui fu dato il primo casale a Fonte Laurentina nel 1936, ma ne girò diversi fino all’8 settembre del 1943. Quella mattina arrivarono gli Americani ed i loro aerei. Bisogna sapere – ci spiega Maurizio  – che i tedeschi, ormai in ritirata, si erano rifugiati nei vari casali. Per questo vennero bombardati dagli aerei statunitensi. Il mio bisnonno era lì, e morì mentre cercava di liberare i tori dalla stalla. Quel casale, si trovava dove ci sono ora le antenne della RAI, dopo Fonte Laurentina”.

L'ULTIMO MEZZADRO - Ma la storia dei casali non terminò con i bombardamenti. “L’esperienza è proseguita con mio nonno Amedeo, al quale è stato dato un  altro casale. Questo si trova al confine dell’area soggetta al ‘Vincolo Bondi’, a Fonte Laurentina. E ciò significa che per i prossimi 50 anni sarà tutelato – spiega il residente –  mio nonno, che quando ha iniziato era un bifolco, cioè si occupava di accudire gli animali,  ci ha vissuto fino agli anni 90. La mezzadria era stata abolita e quindi, man mano che loro andavano in pensione, i contratti non vennero rinnovati. Dunque diciamo che mio nonno fu uno degli ultimi mezzadri rimasti”.
 
IL CASALE DI FONTE - L’amore per la terra, è passato di generazione in generazione, attraverso la famiglia Romano. E’ stato tramandato ed oggi infatti,  i nipoti, sono tutti diplomati o laureati in agraria.  La trasmissione di un sapere, dopotutto, è un fenomeno piuttosto comune nella tradizione rurale. “Come mezzadro, mio nonno allevava bovini maschi: erano tori di razza frisona e maremmana. Questo significava che tutti i vari mezzadri dell’Agro, dovevano recarsi da lui per la monta. E dunque in quel casale ci si riuniva spesso, ed era usato come luogo d’incontro e di scambio di conoscenze.  Ma anche di beni, come i semi e la pasta madre. Era un luogo di aggregazione”.

IL CASALE BERARDINELLI - “Un altro spazio d’aggregazione , molto importante, è quello dei Berardinelli, questo almeno è il nome dell’ultima famiglia vissutaci. Si trova a ridosso di Tor Chiesaccia ed ogni domenica, dopo la messa, era attraversato dai mezzadri della zona”. Si tratta della struttura dove, l’Associazione Terra dei Sogni e la Consulta della Disabilità, vorrebbero realizzare una fattoria sociale

TANTI CASALI E POCHI SPAZI - Fonte Laurentina aveva dunque molti luoghi dove, i residenti di un tempo, potevano incontrarsi. “Oggi non c’è più uno spazio di aggregazione per i giovani. Ed è un peccato. Solo Fonte Laurentina ha 6mila abitanti. Tor Pagnotta 2 è in  rapida espansione. Entrambe hanno 3 casali ciascuno, ma neanche uno spazio d’incontro. Eppure ci sarebbero tanti posti da sfruttare. Per ora – conclude Maurizio Romano, presidente dell’Associazione ‘I Casali della Memoria – io ho trovato una piazza dove far incontrare i giovani. Spiego loro la storia di questo posto e gli insegno a distinguere e coltivare le erbe aromatiche”. Nel pieno di Fonte Laurentina. Tra le palazzine dove, un tempo, pascolavano i tori. E dove ora gli spazi verdi sono quasi scomparsi.

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