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Laurentino Laurentina / Via di Vallerano

Riserva Decima Malafede, addio ai volatili del laghetto protetto: “Messi in fuga da pescatori e sportivi”

Decine di specie che nidificavano nel lago dell’ex Cava Nenni hanno abbandonato il sito. Antonini: “Era un paradiso frequentato anche da specie rare. Ora puntiamo su tutela integrale”

Su via di Vallerano, in un’area compresa all’interno della Riserva di Decima Malafede, c’è un’ex Cava. E’ stata dismessa nel 2013 ed al suo interno, terminata l’attività estrattiva, è emersa l’acqua della falda. In tal modo si è formato un laghetti, di circa 5 ettari di superficie, dalle caratteristiche sorprendenti.

L'ex cava Nenni

“Quell’area era già stata attenzionata per la ricchezza dei suoi minerali, estremamente rari, favorendo anche lo studio e la pubblicazione di alcune ricerche scientifiche anche di livello internazionale. Da quando l’attività produttiva della cava Nenni è cessata, il laghetto ha subito attirato numerose specie – ha spiegato Marco Antonini ex presidente del WWF Lazio ed attuale assessore all’Ambiente del Municipio IX – inizialmente è stato raggiunto da specie piuttosto comuni, come le folaghe, le gallinelle e gli aironi guardabuoi. In maniera piuttosto sorprendente però, nel volgere di poco tempo, ha iniziato ad attirare specie tutt’altro che comuni”.

L'avifauna 

Il laghetto si trova tra a poca distanza dalla via Laurentina. Il traffico stradale non ha però spaventato gli uccelli che, nell’ex cava, avevano trovato un’oasi felice. “Nel laghetto sono rapidamente arrivate morette tabaccate, fischioni turchi, alzavole, mestoloni. Per due anni – ha proseguito Antonini – è stato osservato anche l’airone tarbusino, rarissimo da queste parti. Aveva scelto quel sito per nidificare”. Il paradiso naturalistico però non ha attirato soltanto gli uccelli.

La presenza dell'uomo

Escursionisti, pescatori e semplici curiosi si sono spinti all’interno dell’ex cava. “Sono stati ripetutamente avvistati anche dei ragazzi che lì vanno a praticare il SUP stand up paddle – hanno fatto sapere dal Comitato Amici della Riserva di Decima Malafede – si tratta della tavola con pagaia, sport alla moda che ora viene praticato anche in quel lago”. Inutile dire che tutti questi accessi hanno avuto delle conseguenze.

Un paradiso perduto

L’oasi naturalistica, frequentata anche da tassi, istrici, volpi e cinghiali, ha finito con l’impoverirsi. “Nei momenti migliori si potevano osservare fino a 600 aironi guardabuoi. Quest’anno invece hanno smesso di andarci, come tutti gli altri uccelli infastiditi dalla presenza umana”. Inutile ricordare che l’accesso sia illegale perché, la proprietà dell’area, è privata. 

Cosa fare

“E’ anche pericoloso introdursi nell’ex cava perché ci sono dei salti di roccia a strapiombo sul lago alti 25 metri – ha osservato Antonini – ora però, visto che in Regione si sta approvando il piano d’assetto della Riserva di Decima Malafede, ho chiesto che il sito venga elevato al livello di tutela integrale. Così sarà impossibile accedervi se non per motivi di studio”. In attesa che la Regione decida se accogliere la proposta, restano valide le limitazioni imposte per contenere il nuovo Coronavirus. I divieti governativi stabiliti per contrastare la pandemia, potrebbero avere ripercussioni anche sul lago. In assenza di pescatori, escursionisti e sportivi, potrebbero riaffacciarsi anche le specie che, negli ultimi anni, vi avevano nidificato. La speranza è che il laghetto torni ad essere l’oasi naturalistica già apprezzata in passato. 
   

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