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Torrino Tor di Valle / Via Ostiense

Stadio della Roma: nel disinteresse generale i comitati chiedono di "Salvare Tor di Valle"

Associazioni come Italia Nostra, Legambiente, WWF ed i Pendolari Roma Ostia, hanno partecipato alla conferenza stampa indetta dal Comitato "Salviamo Tor di Valle dal Cemento". Ma la politica diserta l'appuntamento

Contrari. WWF, Legambiente, Italia Nostra ed il Comitato pendolari Roma Ostia, non ne fanno un mistero.  Il progetto legato allo stadio della Roma a Tor di Valle, non piace. Per ragioni di carattere trasportistico, ambientale, paesaggistico. Per molte motivazioni che, nel corso di una conferenza stampa svoltasi mercoledì mattina, si è provato a mettere in fila.

SALA DESERTA - “Siamo difronte ad una partita politica molto importante” ha premesso Bruno Ceccarelli, del Comitato Salviamo Tor di Valle. Eppure la politica ha pensato di disertare l’appuntamento. La stanza dov’è stata organizzata la conferenza stampa, era incredibilmente deserta. “La stampa, con rarissime eccezioni, non sembra interessata alla notizia secondo cui, i comitati di Roma, dicono no allo Stadio” ha osservato Oreste Rutigliano di Italia Nostra. Dimenticando tuttavia che ci sono anche i Comitati di Quartiere, come quelli dell’Osservatorio di Tor di Valle, che non hanno ancora detto "no". Anzi, hanno provato a confrontarsi con le istituzioni per  mitigare un progetto che presenta delle forti criticità.

IL PIANO REGOLATORE - “Noi per l’ansa di Tor di Valle avevamo elaborato un progetto di riqualificazione in chiave ambientale – ha spiegato Raniero Maggini del WWF – ce l’aveva commissionato agli inizi del 2000 l’allora Municipio 12, ma non c’erano i fondi per realizzarlo. Invece poi, quando si devono fare progetti come quello dello stadio e delle torri, queste risorse escono sempre fuori”. Oltre all'aspetto ambientale, è stata portata subito all'attenzione anche un'altra questione. “In questa città c'è un problema di carattere democratico -  ha ricordato Roberto Scacchi, di Legambiente - Non si tiene infatti conto del processo che ha portato alla realizzazione del Piano Regolatore. Ci sono voluti anni di lavoro per prepararlo, ma alla fine dei 20 milioni di metri cubi previsti, non si è iniziato a costruire nulla. Anzi– ha sottolineato Scacchi  – la prima cosa che si pensa a realizzare è un progetto, quello di Tor di Valle, che ovviamente nel Piano Regolatore non era affatto previsto”.

IL PAESAGGIO - Tra le altre criticità elencate nel corso della mattinata, più volte è stato fatto riferimento al tema del rischio idrogeologico.  Ma si è insistito anche nel  ribadire il valore naturalistico dell’area, dal momento che “non ci sono molte sponde del Tevere da preservare”. Italia Nostra, con Oreste Rutigliano, ha inoltre posto la questione paesaggistica, determinata dall'altezza delle Torri. “I grattacieli, come diceva Cederna non rappresentano la modernità perché sono vecchi di un secolo. In questo caso- ha ricordato l'esponente di Italia Nostra - modificano il paesaggio del centro cittadino, peraltro patrimonio dell'Unesco. Queste torri sono infatti alte il doppio di quelle realizzate da Parnasi e saranno viste dal Giardino degli Aranci, da Monte Mario, dal Pincio e dal Gianicolo. Sono il simbolo di ciò che non ha nulla a che vedere con la storia di Roma. Praticamente mister Pallotta è arrivato dai selvaggi e gli ha portato in dono queste torri storte. Dovremmo anche ringraziare?”

TRASPORTI PUBBLICI - Le criticità del progetto che prevede la realizzazione dello Stadio e del business district, sono state affrontate anche in chiave trasportistica.“ La Roma Lido oggi, nelle ore di punta, passa ogni 10 minuti e  trasporta circa 4800 persone l’ora. Nelle Torri di Libeskind è invece previsto che vadano a lavorare 13500 persone. Come ci arrivano? Probabilmente in macchina, se l’alternativa è la Roma Lido - ha osservato Maurizio Messina, del Comitato Pendolari Roma Ostia  - Ma allora bisogna considerare che ci sono soltanto 10mila parcheggi. Detto questo – ha aggiunto Messina – vanno considerate anche le partite della Roma. Talvolta si giocano di sera. In quel caso la Roma Lido è chiusa e la stessa cosa vale per il treno che, partendo da Fara Sabina, ferma a Magliana. Come tornano a casa i tifosi?”. Forti perplessità sono state espresse anche in relazione al prolungamento della linea B fino a Tor di Valle. "Questo tronchetto , a parità di treni e personale, priverebbe l’Eur ed il popoloso quadrante Laurentino di molte corse. A chi giova? Da ultimo, non si può nemmeno realizzare questo prolungamento della linea B, perché passerebbe vicino alle abitazioni. L’unica soluzione - ha ribadito il portavoce del Comitato pendolari Roma Ostia -  è la trasformazione della Roma Lido in una metro di superficie”. Un obiettivo che non è contemplato nella delibera approvato in Campidoglio. In definitiva le criticità sono sempre le stesse. La novità è che probabilmente sono state organicamente espresse dai vari comitati presenti.  Peccato che, ad ascoltare, non sia andato praticamente nessun rappresentante istituzionale. Un segnale da non sottovalutare.

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