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Ciclabile Tor di Valle: "A dieci anni dalla morte di Moriccioli fatto poco e niente"

Passati dieci anni dalla mortale aggressione di Tor di Valle, è tempo di bilanci. BiciRoma: "Non è servito ad aprire gli occhi alle amministrazioni che si sono succedute"

Sono trascorsi dieci anni dal brutale assassinio di Luigi Moriccioli. Era il 17 agosto del 2007. Un colpo alla nuca, ricevuto da due rapinatori, gli è stato fatale. Cinquanta giorni di agonia, poi il decesso. Un caso che, all'epoca dei fatti, suscitò molto clamore.  La ciclabile venne dotata di un impianto di videosorveglianza, con colonnine dotate di citofoni con cui avvertire, in caso di pericolo, le forze dell'ordine.

Le telecamere installate e dimenticate 

Dieci anni più tardi, la vicenda di Luigi Moriccioli sembra finita nel dimenticatoio. La ciclabile, all'altezza del ponte romano, viene manutenuta soprattutto grazie al lavoro di alcuni ciclisti. Volontari che, arrivando in sella dai quartieri limitrofi, si danno da fare per liberare la pista dai canneti e dalle piante infestanti. "A dieci anni di distanza poco o nulla è stato fatto per la sicurezza dei ciclisti – sottolinea Fausto Bonafaccia, presidente di BiciRoma – all'epoca furono installate telecamere di ultimissima generazione, lasciate andare in malora tra disinteresse e vandalismo. Sono state più le volte che erano inagibili che quelle in cui hanno funzionato."

Tor di Valle: ciclabile pericolosa

La dimenticanza dell'amministrazione

Anche il Consigliere Regionale Fabrizio Santori  (FdI)  non sembra intenzionato a fare sconti: "A Roma, quei pochi chilometri di piste ciclabili lungo il Tevere sono in condizioni indicibili, avvolte nell’insicurezza di sterpaglie e accampamenti abusivi, prive di illuminazione e in balia di sbandati e nomadi. Proprio sulla pista ciclabile all’altezza di Tor di Valle fu ucciso dieci anni fa Luigi Moriccioli, assalito per rapina da due rumeni. E l’amministrazione grillina si è dimenticata di ricordare, proprio ieri, il giorno dell'aggressione "sottolinea il consigliere regionale che aggiunge.

Il bilancio sugli interventi di messa in sicurezza

Moriccioli non è stata l'unico ciclista che ha perso la vita lungo la dorsale del Tevere. "Lo scorso 16 ottobre, lungo la ciclabile a Magliana – incalza Santori -  morì invece Marco Artiaco. Chissà se dopo un anno la Raggi ne commemorerà il ricordo perché fino ad oggi nessun intervento è stato effettuato per rendere sicuro il tratto dove è stato investito". Il progetto attraverso il quale si puntava a mettere in sicurezza la strada, sono rimaste sulla carta.  "Ci dispiace constatare che neanche la morte di Luigi e in ultimo quella di Marco siano servite ad aprire gli occhi alle amministrazioni comunali che si sono succedute per rendere Roma una città amica dei ciclisti dove non si debba morire per farsi una pedalata su una pista ciclabile".

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