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Teleriscaldamento a Torrino Mezzocammino: il CDQ si rivolge ad un’associazione di consumatori

“Inefficiente e costoso anziché ecologico ed economico”. Ai residenti non piace il teleriscaldamento e dopo aver incontrato i vertici ACEA, si rivolgono all’associazione di consumatori CODICI

I residenti del quartiere di Torrino Mezzocammino, non sembrano intenzionati a lasciar cadere la questione del teleriscaldamento. Per stessa ammissione del Comitato di Quartiere il servizio, venduto come “economico ed ecologico” è invece risultato  “inefficiente e costoso”.  In particolare, ad esser finita sotto la lente dell’associazione di consumatori CODICI, cui i residenti si sono rivolti, è la mancata trasparenza sui criteri di attribuzione e calcolo della quota fissa e della quota di dispersione, che incidono profondamente sul costo del servizio.

UN SERVIZIO INEFFICIENTE E COSTOSO - “Dopo la raccolta di circa seicento firme nel maggio 2012 e dopo aver incontrato i vertici di Acea lo scorso novembre, senza risultati soddisfacenti, il CDQ si è rivolto all’associazione dei consumatori CODICI – leggiamo in una nota diramata sulla pagina facebook del CDQ - Durante l’assemblea del 18 maggio u.s. sono state riepilogate le principali problematiche che generano l’insoddisfazione degli utenti nell’utilizzo del servizio di teleriscaldamento. Presentato agli albori come un servizio economico ed ecologico – sottolineano i referenti del CDQ - ad oggi risulta inefficiente e costoso”.

SOTTO ACCUSA LA CONVENZIONE STIPULATA - La questione, come si anticipava, ruota attorno alla convenzione tripartita (Consorzio –Acea-Comune) che non sembrerebbe offrire sufficienti garanzie ai residenti. “L’avv. Laurenzano di CODICI – leggiamo ancora nella nota - ha evidenziato gli aspetti anomali emersi dall’analisi effettuata fino ad oggi e che sicuramente richiedono maggiore approfondimento. Ad esempio i termini della Convenzione tra Acea, Comune e Consorzio, che risultano altamente generici e indeterminati tali da consentire ad Acea stessa di utilizzare diversi parametri senza alcun criterio oggettivo per la fatturazione del servizio”.

POCA TRASPARENZA - Ed ecco il nodo del problema.“ Da un primo esame risulta come vi sia poca trasparenza in merito ai criteri di attribuzione e calcolo della quota fissa e della quota di distribuzione (dispersione), voci molto pesanti in bolletta e che vengono imputate agli utenti indipendentemente dai consumi realmente effettuati e misurati dai singoli contatori”. Si tratta evidentemente di un disagio che genera una sorta di frustrazione. Se non si conosce come si calcola “la quota fissa” diventa complicato provare a ridurre i costi in bolletta, agendo singolarmente sui propri consumi”.

LE RESPONSABILITA' - “Sarà certamente utile approfondire la questione delle dispersioni degli impianti nei singoli condomini, e sarebbe auspicabile che ogni singolo condominio richiedesse delle perizie per poi indagare sull’esistenza o meno di specifiche tecniche sulla realizzazione degli impianti fornite ai costruttori da Acea – prosegue la nota - E’ un diritto degli utenti sapere chi avrebbe dovuto vigilare sulla realizzazione degli impianti, quali sono le responsabilità di Acea, del Comune di Roma e del Consorzio, oltre a quelli imputabili ai singoli costruttori”.

L'APPELLO DEL CDQ - Cosa fare dunque? “Per quanto sopra esposto, il CDQ si farà promotore dell’iniziativa sostenendola e portandola avanti. Tuttavia sarà necessario raccogliere le adesioni di un folto numero di abitanti. Sarebbe auspicabile creare un gruppo di aderenti composto da almeno 200 persone e l'iniziativa partirà non appena si raggiungerà tale numero. Il costo di tale operazione è di euro 10 euro a persona”. La proposta, dal Comitato di Quartiere, è stata lanciata. Adesso bisognerà vedere se ci saranno almeno 200 inquilini interessati a supportare anche economicamente l’iniziativa finalizzata ad avere bollette economicamente più sostenibili. E perché no, anche più trasparenti.

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