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Riserva di Decima Malafede, non ci sono solo i cinghiali: a Capocotta (finti) resti di dinosauro

Nella Foresta di Capocotta ossa di vetroresina alte due metri e mezzo. Assessore Antonini: "Sono state installate in un'area di gran pregio, a tutela integrale. Chi ha autorizzato questo scempio?"

C'erano i dinosauri nella Riserva di Decima Malafede? Servirebbe un paleontologo per rispondere a questa domanda. Di certo ora ci sono dei resti che affiorano dal terreno. Ma sono artificiali e, per ora, la loro origine resta un mistero.

La curiosa scoperta

La presenza di questi "reperti" è stata confermata da Marco Antonini, assessore all'ambiente del Municipio IX. "Si trovano a poca distanza dalla piscina naturale della macchia di Capocotta, ovvero dall'area di maggior pregio all'interno della Riserva di Decima Malafede" commenta Antonini, un passato da presidente del WWF Lazio. "L'installazione consiste in oltre una dozzina di ossa, in plastica o vetroresina, che sporgono da terra. Sono enormi, le più alte raggiungono circa i due metri e mezzo, e sono sistemate su un pagliericcio".

Un'area di pregio e vincolata

La presenza di questa ossa è singolare. "Ho rinvenuto tracce di mezzi meccanici e probabilmente per far spazio a questa installazione, si è ricorso ad una ruspa. Nel farlo – lamenta Antonini – si è tagliato la parte di bosco che delimitava l'area prescelta. Hanno quindi abbattuto arbusti, piccole querce, edere. Il tutto in un'area vincolata, a tutela integrale. A pochi passi dalla 'piscina grande' dove insistono anfibi, rettili e crostacei quelli sì, preistorici. Il lepidarus, lì presente, è un fossile vivente perchè esiste da prima dell'arrivo dei dinosauri".

La foresta salvata dalle motoseghe

La macchia di Capocotta, rappresenta una delle foreste planiziali più importanti della Regione. In gran parte di proprietà privata, nel 2015 è stata al centro di un braccio di ferro tra chi voleva utilizzarne il legname e chi invece puntava a preservare l'antico bosco d'alto fusto. Hanno vinto i secondi e Roma Natura, l'ente regionale che si prende cura delle aree protette del Lazio, ha rinnovato il contratto di affitto con il privato che, di conseguenza, ha dovuto rinunciare al taglio degli alberi.

I fossili finti ed in cinghiali veri

"Ho già provveduto a segnalare ai Carabinieri Forestali, ai Guardia Parco ed a Roma Natura l'anomala presenza di questi finti fossili. Bisogna capire se si tratta di un'installazione abusiva o se, viceversa, è stata autorizzata. Sembra quasi il set di un film"commenta Antonini. Ma forse è una provocazione, per spostare l'attenzione dai cinghiali che, dalla Riserva, hanno progressivamente colonizzato i limitrofi quartieri di Spinaceto e Casal Brunori. E quelli, a differenza dello ossa di dinosauro, sono indubbiamente reali. Molto reali. C'è chi comincia a pensare che lo siano anche troppo

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