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Discarica Falcognana, Vignaroli (M5S): “Chiudere Malagrotta entro il 30 è pura utopia”

Una delegazione del M5S visita l’impianto Ecofer. Vignaroli “L’emergenza non si supera riempendo un piccolo buco. Chiudere Malagrotta per Falcognana è pura utopia”

Il sito Ecofer di Falcognana, ha accolto in mattinata una delegazione del Movimento 5 Stelle. A farne parte c’erano il deputato  Stefano Vignaroli, la Consigliera regionale Gaia Pernarella, insieme ai loro tecnici ed al Capogruppo municipale Giuseppe Mannarà, “Erano presenti anche gli attivisti del tavolo ambiente che hanno consegnato ai rappresentanti del presidio ‘No Discarica Falcognana’ ben tre fascicoli inediti riguardanti le omissioni effettuate dalle istituzioni per l’esercizio della discarica” ci fanno sapere i militanti del M5S locale.

L'ECOFER E SOTTILE - “L’impianto della Falcognana, del gruppo Fiori, è l'unica chiusura della filiera del recupero di automobili rottamate del centro Italia  - ha invece dichiarato Vignaroli - Prendo atto dal colloquio avuto che il Gruppo Fiori considera il sito cruciale per chiudere la filiera del loro ben più ampio business automobilistico, di aver fatto luce alle autorità competenti sulla loro società e di aver avuto solo contatti superficiali con il Commissario Sottile".

UN PICCOLO INVASO - “L’ipotesi di un cambio di destinazione d’uso aprirebbe una emergenza rifiuti speciali senza però risolvere l'emergenza rifiuti urbani – prosegue la nota del deputato penta stellato - Il lotto scelto per ospitare i rifiuti urbani è un piccolo invaso ancora tutto da predisporre, contiguo ma senza separazione a quello già in uso per i rifiuti speciali. Tecnicamente (conferma il direttore dell'invaso ) sono facilmente separabili se non riempendoli parallelamente."

COME AFFRONTARE L'EMERGENZA -“Alla luce di quanto visto oggi chiudere Malagrotta entro il 30 settembre – continua Vignaroli – è pura utopia dato che esistono tempi tecnici di almeno 11 mesi per un eventuale progetto di adeguamento del sito di Falcognana. L'emergenza non si risolve trovando un piccolo buco da riempire ma facendo finalmente luce sull'insufficiente impiantistica del pretrattamento del rifiuto indifferenziato e sugli inesistenti impianti di riciclo. Il fatto che non ci sia un vero piano e che si giochi con le proroghe di Malagrotta è sintomo di quanto si faccia fatica ad uscire da un monopolio privato fondato sulla discarica di Malagrotta e quanto tempo si sia perso – valuta il deputato penta stellato -  In questo caos istituzionale capisco le preoccupazioni di tutte le realtà territoriali coinvolte da questo problema e cercherò, come sempre, di seguire con attenzione la vicenda".

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