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Casal Brunori: il Comitato di Quartiere partecipa all’incontro capitolino sull’inquinamento elettromagnetico

Una conferenza stampa, partecipata da consiglieri capitolini di centrodetra e centrosinistra, per discutere della proprosta di regolamentare le antenne. Cioffi (CdQ) "E' quello che chiedevamo, in maniera trasversale, alla politica"

La battaglia sulle antenne, condotta con estrema determinazione dai residenti di Casal Brunori, comincia  ad ottenere i suoi frutti. Dopo la sospensiva, ed in attesa del prossimo pronunciamento del TAR sull’Antenna montata in via Maestrini, è stato organizzata un’interessante conferenza stampa, dal titolo “inquinamento elettromagnetico”.

LA DELIBERA D'INIZIATIVA ASSEMBLEARE - All’incontro, che si svolgerà  giovedì 6 alle ore 12 in via delle Vergini 18, si discuterà della proposta di delibera d’iniziativa assembleare su il  “Regolamento per la localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti radioelettrici, di telefonia mobile e di comunicazione elettronica wireless, operanti nell’intervallo di frequenze tra 100Hz e 300GHz”. All’appuntamento, interverranno Maria Gemma Azuni (SEL) prima firmataria della proposta, insieme ad Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia) e Athos de Luca (Pd) rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale ed a loro volta firmatari del documento.

LA SODDISFAZIONE DEI RESIDENTI - “Abbiamo constatato che la politica si sta prendendo carico di questo problema – ci ha fatto sapere Filippo Cioffi, del CdQ Casal Brunori – e stanno dando seguito ad una regolamentazione abbastanza precisa, la qual cosa è necessaria per capire dove è possibile mettere queste antenne. E’ quanto i comitati, incluso il nostro, da tempo richiedono, in maniera trasversale, alla classe politica”.

UN REGOLAMENTO NECESSARIO -  Il problema, finora, era dato dall’assenza di un piano quadro delle antenne, più volte evocato dagli amministratori del territorio, e mai realmente tradotto in un documento scritto. Quella di domani sarà il primo tentativo di arrivare ad una formalizzazione. “Finora i ricorsi effettuati – ci ha spiagato Cioffi – sono serviti solo a risolvere situazioni specifiche, locali. Serve però qualcosa di più organico, altrimenti ci troviamo in presenza del Far West di cui non sono responsabili le compagnie telefoniche, ma la politica che non governa e non gestisce il territorio. Fa piacere, però, riscontrare quest’inversione di tendenza”.

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