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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rugby al Tre Fontane: si riaprono i giochi

Depositata la sentenza del TAR, che di fatto riconosce l'arbitraria assegnazione dell'impianto. Barilari: "Ora Marino non ha più scuse, e ci aspettiamo che la Nuova Rugby Roma possa finalmente tornare al Tre Fontane"

Sono state depositate in questi giorni le motivazioni della sentenza del TAR sulla vicenda del Rugby al Tre Fontane. “La Sezione Seconda del Tar del Lazio ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale aveva annullato l'aggiudicazione del bando comunale alla Rugby Roma Srl, dell'ex presidente Riccardo Mancini ed ex amministratore delegato di Eur Spa” ricorda Roberto Barilari, Presidente della Nuova Rugby Roma.

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA - “Le motivazioni confermano in pieno le ragioni per le quali la nostra società – prosegue la nota di Barillari - fin dall'emanazione della gara pubblica fatta dall'amministrazione capitolina di centrodestra, guidata dal sindaco Gianni Alemanno, si era battuta contro questo atto:  contro la cacciata dell'impianto del Tre Fontane all'Eur". Per quanto concerne le motivazioni, il Tar “riconosce la fondatezza del ricorso della nostra società, in particolare laddove la commissione di gara aveva dato, sempre secondo il Tribunale, un'interpretazione arbitraria e un punteggio illegittimo (14 punti su 20) alla Rugby Roma Club Srl sui titoli sportivi e nessuna esperienza nella gestione di impianti sportivi” ricorda Barilari.

IL MURO DI GOMMA - Ma c’è un sassolino che il Presidente della società finora più danneggiata, sembra volersi togliere. “ Ora l'amministrazione Marino – conclude infatti Barilari - non ha più alcun alibi per non far rientrare immediatamente la Nuova Rugby Roma Asd nell'impianto dal quale era stata cacciata arbitrariamente dall'amministrazione Alemanno, nell'estate del 2012, a vantaggio della Rugby Roma Club".

COME INIZIA LA VICENDA - E non è la prima volta che la Nuova Rugby Roma denuncia “il muro di gomma” dell’attuale amministrazione capitolina. Magari anche con un certo stupore visto che, fino alla vigilia delle elezioni, la vicenda era sembrata consumarsi tutta  nel perimetro del centrodestra. Municipale e Capitolino.  Proviamo a ricostruire. All’indomani del fallimento della storica Rugby Roma di Abbondanza, per evitare che il patrimonio tecnico giovanile si disperdesse, Roberto Barilari aveva la Nuova Rugby Roma, sperando di poter continuare ad utilizzare l’impianto del Tre Fontane. Ma la stessa idea era stata fatta propria da altri personaggi, vuoi che fossero ex giocatori come Ferruccio Tozzi o semplicemente appassionati della palla ovale, come Fabrizio Pollak, fratello di Paolo, già Presidente dell’ex Municipio XII.

IL CONTENZIOSO - L’intenzione era di mantenere il rugby nello storico impianto dell’EUR. Ma i dissapori cominciarono subito tra le quattro società create (alcune delle quale inizialmente sprovviste di atleti tesserati). Il tentativo di armonizzare i contrasti con la nomina di Riccardo Mancini non si rivelò utile, ed i dissapori continuarono. Scontentando la Nuova Rugby Roma di Barilari, all’epoca con 250 rugbisti tesserati, ovvero la società con il più importante patrimonio tecnico.

IL CENTRODESTRA - L’impianto venne quindi affidato in custodia e guardiania alla Rugby Roma, che per la circostanza battè la concorrenza di Barilari  avendo presentato un’offerta di  54 euro (mentre Barilari arrivò a metterne sul piatto 24mila). La vicenda si fece sempre più delicata, al punto che  anche una parte del centrodestra municipale provò a far chiarezza. Venne quindi presentata una mozione con la quale si chiedeva l’assegnazione dell’impianto al Municipio. Non passò per un solo voto. Addirittura i firmatari del documento del Pdl, con l’eccezione di Pietrangelo Massaro (non rieletto) si astennero dal votarlo in aula. Il giorno prima, però, in Comune si era svolta una misteriosa riunione, alla presenza del delegato allo sport capitolino Alessandro Cochi, dell’allora Presidente  municipale Pasquale Calzetta, e di gran parte del gruppo Consigliare del Pdl, incluso Paolo Pollak. Non sappiamo cosa avvenne in quella sede, ma sta di fatto che il giorno successivo, in aula, i voti necessari a sostenere quella mozione non si ottennero. E l’impianto restò in mano alla società di Riccardo Mancini, in attesa di conoscere l’esito di un bando preparato, in quello stesso periodo, da Roma Capitale. Bando dal quale risultò arbitrariamente esclusa (una sentenza del TAR lo dimostra) la società di Barilari, rea di aver presentato soltanto una copia della fideiussione bancaria.

LE PRESUNTE RESPONSABILITA' - Questa è la storia, per la quale adesso sono in corso indagini che coinvolgono pezzi importanti del centrodestra romano, come l’ex Vice Sindaco Sveva Belviso, Riccardo Mancini, Alessandro Cochi  già delegato allo sport del Sindaco Alemanno. E ancora Bruno Campanile, ex Direttore dell’Ufficio Sport ed anche un dirigente della Coni Servizi: Diego Nepi. Tuttavia la Giunta è cambiata, sia in Campidoglio che in Municipio, eppure nulla s’è modificato. “Un muro di gomma” dichiarava tempo fa Barilari. Come al solito il tempo è galantuomo, e vedremo se aveva ragione.

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