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Venerdì, 19 Aprile 2024
Vitinia - Mezzocammino Tor de' Cenci / Via Pontina Vecchia

Liberazione di Roma: il 4 giugno 1944 si è combattuto anche nell'Agro Romano

I bunker tedeschi tra la Pontina Vecchia e la via del Mare sono la testimonianza del passato. Ass. Antonini: "In questa zona passava la linea Cesar e qui fu combattuta una sanguinosa battaglia con le truppe inglesi"

Bunker tedeschi che affiorano sulle colline ai bordi della strada. Nell'Agro Romano meridionale non è raro osservare questo tipo di manufatti. Sono tratti irrinunciabili del paesaggio rurale, ma anche testimoni silenziosi di un passato che, lontano dai riflettori, ha contribuito a scrivere pagine di storia.

Le testimonianze del passato

"In via del Risaro, all'altezza di Vitinia, sui Monti della Caccia ed in via di Trigoria, vicino ai campi della Roma, ancora sopravvivono bunker, trincee, cunicoli e casemette. A ben vedere – racconta Marco Antonini, l'assessore all'ambiente del Municipio IX – c'è quasi una cittadella sottenea nel nostro territorio. Me ne sono interessato anni fa, andando a vedere quello che è rimasto e documentandomi su quanto era accaduto".

La linea Cesar

Il sistema difensivo che i tedeschi avevano realizzato, nel territorio che si estende nel sud della Capitale, era piuttosto pervicace. "Da Ostia al tirreno c'era la linea Cesar che, quindi, passava anche nelle campagne del Municipio IX. I tedeschi, in particolare - ricorda Antonini - avevano posizionato un importante sistema difensivo all'altezza di via Pontina Vecchia". Non distante dalla Valle del Risaro, all'interno della Riserva, sopravvivono ancora i ruderi dei bunker che ne facevano parte.

Bunker di Vitinia/ Foto di P.Patriarca

Il 4 giugno nell'agro romano

"Tra il 3 ed il 4 giugno gli Alleati, con gli americani, si mosserono da Anzio. A Roma però arrivarono anche gli inglesi che ingaggiarono, all'altezza del Castello di Decima, una cruenta battaglia con i tedeschi" racconta Antonini. Lungo il confine che segna la tenuta di Castel Porziano c'era anche un muretto di selce, dietro cui i nazi-fascisti tesero un agguato alle truppe della Regina". Come si è conclusa quella battaglia è intuibile. D'altra parte, i segni dei cannoneggiamenti, ancora si possono osservare su alcuni dei bunker sopravvissuti.

La Riserva Naturale ed il tributo per la Liberazione

"Al termine della guerra, nella zona, fu realizzata una bonifica. Per l'occasione venne raccolto tutto quello che non era esploso durante quella battaglia. Il materiale radunato venne fatto brillare sopra i Monti della Caccia, nell'attuale Riserva di Decima Malafede – spiega Antonini, un lungo passato da consigliere del WWF di cui è stato anche presidente nel Lazio– i segni di quell'esplosione sono ancora visibili perchè la sommità della collina è stata, in tal modo, fatta saltare". Anche la Riserva Naturale ha così pagato un tributo alla liberazione della Capitale. A distanza di settantacinque anni, vale la pena non dimenticarlo.

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