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Torrino Tor di Valle / Via Ostiense

Stadio a Tor di Valle, la Roma mette a nudo il degrado dell'ex ippodromo

Il video girato in occasione di un recente sopralluogo all'ex ippodromo di Tor di Valle, mostra le condizioni di profondo degrado dell'area. Della Seta: "La proposta del vincolo è surreale"

Tribune divelte, accumuli di rifiuti. Stalle con tetti di lamiera, forse realizzati in eternit. Le condizioni in cui versa l’ex ippodromo di Tor di Valle sono impietose. Anche la pista è vagamente riconoscibile.  Nulla di nuovo, poiché lo stato dell’area era già stato mostrato ai comitati di quartiere dell’Osservatorio cittadino ed alla stampa. L’iniziativa è stata bissata. Questa volta però si è puntato, anche sull’occhio elettronico di un drone. Le riprese dall’alto, diffuse dal sito dell'As Roma, sono inequivocabili. E mostrano il diffuso degrado, le discariche, lo stato fatiscente della tribuna progettata da Lafuente.

LA PROPOSTA SURREALE - “La soprintendenza sta chiedendo di tutelare un rudere fatto non secoli addietro, ma 50 anni fa. Vale a dire quando sono nato io che sono vecchio ma non certo archeologia – ha commentato l’ex presidente di Legambiente Roberto Della Seta, oggi consulente dei proponenti del progetto, in occasione del sopralluogo – Credo che da questo punto di vista la proposta del vincolo sia abbastanza surreale. Questo ippodromo puo' piacere o non piacere ma un dato è incontrovertibile– ha osservato –  ovvero che il suo valore è nella funzione e questa è persa irrimediabilmente, che lo stadio si faccia o meno. Esiste anche un problema di merito –ha aggiunto Della Seta - perchè  la soprintendenza avrebbe avuto la possibilità di intervenire molto prima ma non lo ha fatto,  facendolo solo ora: la tempistica é se non altro sospetta”.

LA PISTA DISTRUTTA - “La soprintendente invece di farneticare avrebbe dovuto disporre un sopralluogo per verificare lo stato dell'impianto – incalza l’urbanista Remo Calzona – In queste tribune non ci trovo nulla di architettonicamente importante. L'impianto non andrebbe tutelato, è un'opera banale”. Al di là del valore intrinseco della struttura, rimangono i segni di un lungo abbandono. Decisamente scettico si è mostrato anche Gaetano Papalia, socio della società proprietaria dei terreni che sono stati venduti a Parnasi. Intervistato dall'Agenzia Dire, Papalia ha spiegato che la Soprintendenza, “fa riferimento a dichiarazione di interesse culturale per la tribuna e per il sedime della pista delineata da percorsi. Passi per la grandiosa opera di Lafuente, la richiesta di rilevanza culturale riguarda il sedime della pista. Che non esiste più . Ora c'è solo la strada– ha dichiarato Papalia a la Dire – La pista non fu progettata da Lafuente ma da un ingegnere austriaco che faceva strade, poi si è messo a progettare piste di trotto e galoppo. Oggi la pista è una linea immaginaria: perchè il vincolo? Perché si proietta verso l'area dov' è previsto lo stadio. Avranno pensato: 'Inventiamoci che la pista è un bene culturale e il vincolo lo portiamo al limite. Il vincolo non puo' esistere al mondo. La pista è fatta di sassi, di materiale come tufo, sabbia di fiume. Non c’è nient'altro. È distrutta - osserva Papalia - Che bene culturale è quello?”.


 

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